domenica 29 marzo 2009

Evviva la Nazionale, abbasso la Nazionale. Quando vincere non basta

Siamo alle solite. La Nazionale scende in campo, stavolta per le qualificazioni ai Mondiali del 2010, e il nostrano popolo del calcio si spacca in due, forse in tre. L'Italia di Lippi batte 2-0 il Montenegro e scatta in testa alla classifica del Gruppo 8 (13 punti, a +2 dall'Irlanda di Trapattoni), ma il risultato non basta a placare la fame di gloria dei tifosi campioni del mondo. Come dire, l'appetito vien mangiando...

Primi mugugni all'atto delle convocazioni: non c'è Del Piero, come prevedibile, e non c'è nemmeno Cassano. L'assenza del sampdoriano scatena rabbia e perplessità: è in forma strepitosa, le "cassanate" sono un lontano ricordo, perché non chiamarlo? Ne vien fuori una sorta di psicodramma, e c'è chi addirittura prevede un'accoglienza gelida mercoledì prossimo a Bari -città che ha dato i natali a Fantantonio- dove gli Azzurri incontreranno l'Irlanda, sempre con l'obiettivo di staccare un biglietto per il Sud Africa.

"Tranqulli, il San Nicola risponderà alla grande", dice con sicurezza Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio. Sarà, ma queste parole difficilmente fugheranno i dubbi sulle scelte del commissario tecnico.
Sui blog i "virtual ct" si scatenano. Postata una domanda inequivocabile su Linea Gotica: "Giocatori più scarsi non c'erano?". De Rerum Calciorum, invece, parla della solita Italia, brutta e fortunata. Impietosa, infine, la "moviola" de La Gazzetta di Alessandro Ascione: "Il fallo di Cannavaro, uno scandalo", riferendosi all'intervento da ultimo uomo su Jovetic e sanzionato solo con un cartellino giallo al 18' del primo tempo.

Analisi spietate, legittime e più o meno condivisibili. Tutte, però, mostrano un chairo limite: sono valutazioni che non vanno oltre il 45'.
A Lippi, il ct vero, sono infatti bastati i quindici minuti dell'intervallo per cambiare volto alla squadra: una strigliata negli spogliatoi, un reparto offensivo rafforzato dopo l'uscita di Di Natale e la vittoria, condita da un buon gioco, è servita.

Sarà per questa capacità di lettura delle partite che l'allenatore di Viareggio ha portato l'Italia sul tetto del mondo? Forse, ma c'è chi a tutti questi discorsi preferisce altro: perché occuparsi di tattica, convocazioni e qualificazioni quando il bello del calcio è sulle tribune? Sfogliate il blog A Ruota Libera per averne la prova.
di Alfredo ALBERICO
www.sky.it

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