Da quando questo blog, per un’anomalia, ha deciso di fare i capricci, sono costretto a mantenere su in alto, per l'apertura, la foto della Curva Nord di Campobasso. Immagine agrodolce, che mi obbliga a scrivere con più frequenza dei fattacci di casa mia. Già, fattacci. Ma sono pronto.
Così, se da un lato l’antica scena di tripudio delle gradinate del "Romagnoli-Scorrano" riesce a ristorare ancora l'animo, dall'altro rischia di scatenare, in chi la vita la vede a tinte rosse e blu, un doloroso tuffo al cuore. Ma se per la tachicardia può anche bastare un infuso di biancospino, mi chiedo cosa, a questo punto della stagione (7° giornata), possa curare il lupo, che la fantasia mi fa immaginare vecchio, a terra tra fango e ciotoli, e impallinato dai colpi di svariati cacciatori.
La vittoria contro il Boiano è stata un’illusione. Un modo per celare, tra l’altro molto male, l’evidenza: quello di Paolucci è un organico mediocre e che ora rischia grosso.
Rischia grosso il modesto tecnico, ma se dovesse saltare tutti se ne farebbero una ragione; rischia grosso la squadra (intesa come città, maglia e tifosi) che pian piano è stata risucchiata nelle zone medio-basse della classifica; e rischiano grosso anche molti giocatori. L'inverno incombe, e con esso il calciomercato.
Seguo domenica dopo domenica, a distanza ma con immutato interesse e attenzione, le vicende del Campobasso, e ogni maledetto lunedì, giorno dei commenti, mi rendo conto che è sempre più difficile attribuire a ciascuna pedina di questo imperfetto giocattolo l’appellativo di rossoblù. Non riesco cioè ad identificarli con quello che per i campobassani è il "Lupo". Stesso dicasi per chi guida il club, nonostante l’impegno profuso. Apprezzabile, ma che non basta.
Il Campobasso è caduto ancora. Stavolta a Casoli, paese della provincia di Chieti che conta poco meno di seimila abitanti. Ma il calcio non è una scienza esatta, si sente dire da decenni, figuriamoci se tiene conto della demografia. Al contrario non avremmo mai assistito a miracoli pallonari come Chievo e Castel di Sangro, né ai nostri anni in B. Sono organizzazione e professionalità a fare (quasi)sempre la differenza.
Così succede che una piccola squadra di un piccolo comune come Casoli rifili un gol, che vale come un devastane cazzotto in pieno stomaco, a una piccola squadra di una piccola città che spesso crede di essere grande. Campobasso, appunto. È bastato il Partipilo di turno, un ex, a scatenare la tragedia sportiva.
Campobasso al tappeto e presidente Capone beccato dai fischi dei supporters al seguito. Tutto normale. È cioè normale la sconfitta, ed è normale la contestazione. Anormale, invece, è la reazione del presidente. “Fate tutto voi allora”, ha risposto stizzito ai tifosi. Poi ha mandato la squadra in ritiro. Capone dovrebbe imparare dal dirigente azzurro Gigi Riva che, dopo i fischi di Parma all’Italia nelle qualificazioni Mondiali contro l’innocua selezione di Cipro, ha ribattuto alla reazione “caponiana” del ct Lippi: “Il pubblico paga e va rispettato”. Almeno fino a quando la rabbia resta disappunto e non si trasforma in violenza. Eccetera, eccetera...
Capone ama il calcio e nel calcio campobassano ha investito soldi ed energie. Nessuno si azzardi a negarlo e a negargli il giusto ringraziamento. Ma di calcio, per farlo, occorre anche capirne un po’. O quantomeno circondarsi di esperti. Lui non lo ha fatto nella scorsa stagione e non lo sta facendo in questa. Ecco perché ai piedi del castello Monforte ora si vedono facce imbronciate, quelle poche che vanno allo stadio. Ma è tutto terribilmente normale, anche credere ancora alla riscossa.
Alfredo ALBERICO
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HAi ragione...siamo tutti stanchi di essere presi in giro. BASTA.
RispondiEliminaLa situazione attuale è imbarazzante...non si possono pianificare 3 stagione nello stesso modo, commettendo sempre gli stessi errori!! A mio modesto avviso è meglio ripartire da zero, anche con un'eventuale fallimento.
RispondiEliminaMA NON è LA PRIMA VOLTA CHE RIPARTIAMO DA ZERO!!!! CI vogliono imprenditori MOLI-SANI!!!!! E CALCIATORI NOSTRANI!!!!
RispondiEliminaFORZA LUPI SEMPRE.