martedì 3 novembre 2009

Campobasso a questi (bassi) livelli per altri vent'anni? Quando il mental coach porta sfiga…

Novembre mi mette addosso una gran tristezza. Forse è per la ricorrenza che cade il secondo giorno del mese, o forse è tutta colpa della prima nebbia padana nella quale sono costretto a muovermi. Quasi quasi contatto Gaudiano Capone. All’amministratore delegato del Campobasso potrei chiedere il numero di telefono di un motivatore. Uno di quelli in grado di dare il consiglio giusto nei momenti difficili. So di gente che sborsa centinaia di euro per farsi dare una pacca sulla spalla. Magari scucio uno sconto.

Speriamo però che Capone Jr. non mi rifili il recapito del mental coach presentato ai giocatori prima della gara a Sant’Egidio. Sicuramente un gran professionista, ma che non ha toccato le corde giuste per l’auspicata riscossa. In Abruzzo il Campobasso va sotto di un gol per due volte e per due volte rimonta. Niente male, ma ancora non basta. Sia chiaro: il pari non è sufficiente se l’obiettivo della stagione era ed è un campionato di vertice. In caso contrario il 2 a 2 con la capolista va accolto come un colpaccio.

All’idea di un campionato a vincere ormai sembra non crederci più nessuno. E non tanto per i numeri della classifica, che pure lasciano spazio a concrete speranze di rimonta. E’ piuttosto l’atteggiamento finora espresso da squadra e società ad aver messo a dura prova anche i tifosi del sempre e comunque.

E chissà se ci crede ancora il tecnico Paolucci. Al Quotidiano del Molise ha detto: “Abbiamo ritrovato la nostra identità”. Sì, peccato però sia successo solo alla nona giornata. Una valutazione fatta probabilmente anche dai Capone, che subito si sono attivati per trovare una figura in grado di dare alla squadra l’entusiasmo e la grinta che forse l’allenatore non riesce a trasmettere. Un motivatore appunto.

Fate un giro nel web. Qui appare chiaro che il motivatore, inteso come ruolo, è assai diffuso nello sport, ma è altrettanto evidente che il mondo del calcio sta cercando di trovare allenatori in grado di svolgere l’una e l’altra funzione. E allora ecco spuntare Mourinho buon tecnico e grande motivatore. E con lui Prandelli, Zenga, Conte, eccetera. A ben guardare è un ritorno al passato, e forse il fallimento di Paolucci è tutto qui. È il fallimento degli allenatori ingabbiati dall’esasperato uso della tattica e del fuorigioco.

Ma la cosa più strana del dopo Santegidiese-Campobasso l’ha riportata il Nuovo Molise. Sulla sua versione on-line il presidente Capone rivela: “Ho parlato con il motivatore, mi ha detto che se le cose non cambieranno, se critiche e pressione non verranno meno, il Campobasso è destinato a restare a questi livelli per altri vent'anni”. Speriamo non porti sfiga. Altrimenti, dopo lui, saremo costretti a richiamare il Mago d’Arcella.

di Alfredo ALBERICO
www.sky.it/sport
alfredo.alberico@email.it

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