Se vi siete imbattuti in questa rubrica la scorsa settimana, vi prego, non state lì a fregarvi le mani in attesa di un dietrofront. Rimarreste delusi. L’inattesa vittoria della Lube nella finale scudetto non sposta di un millimetro il convincimento su una post season da rivedere in fretta. Un’ammucchiata sottorete e, tra l’altro, breve, che non dà un gran piacere.
Discorso che vale soprattutto per l’ultima partita. Siamo di fronte a un meccanismo incapace di esprimere l’effettiva qualità delle squadre, mortificando chi ne ha di più. Migliora l’intensità dello spettacolo, certo. Ne gode il pubblico e questo non può essere snobbato. Ma le perplessità, di gran lunga maggiori delle certezze, restano. Gli stessi Stoytchev e Giuliani, coach protagonisti del V-day tra Trento e Macerata, lo hanno lasciato intendere. Valutazioni che non sottraggono nulla all’impresa dei marchigiani, in campo dal terzo set con più testa e più benzina rispetto al quotato avversario. Se ne va un’altra stagione e con essa salutano la serie A1 due campioni immensi come Osmany Juantorena, schiacciatore che ha fatto la fortuna di Trento, e Igor Ormcen, opposto e dal 2007 capitano a Macerata. Il primo ha scelto la Russia, il secondo chissà. In attesa che i rispettivi club corrano ai ripari, appare evidente l’impoverimento del torneo.
Incontrai Juantorena a Trento esattamente un anno fa. Lo schiacchiatore cubano, considerato un dissidente sulla Isla, mi confessò di essere pronto a cambiare aria e di non tenere in considerazione le voci che allora si rincorrevano su una possibile convocazione in azzurro (ha doppio passaporto). Aveva una voglia matta di tornare a casa, glielo lessi negli occhi. Una voglia tale che lo scorso marzo ha scelto, per la seconda volta nella sua carriera, la Russia.
Certo, l’ha presa un po’ troppo larga questa manovra verso i Caraibi. Sarà una questione di rubli, o magari è solo stufo della pallavolo italiana.
Nessun commento:
Posta un commento